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sábado, 28 de janeiro de 2012

Preti pedofili? No, omosex - di Gerard van den Aardweg e R. Marchesini

In La Bussola Quotidiana

«I casi di abuso dei minori da parte di preti hanno poco a che vedere con la pedofilia, molto di più con l’omosessualità». E’ quanto afferma lo psicoterapeuta olandese Gerard van den Aardweg, rileggendo criticamente i dati delle ricerche compiute per conto della Conferenza Episcopale statunitense dal John Jay College of Criminal Justice. Van den Aardweg è autore di numerosi studi sull’omosessualità, in italiano è stato pubblicato dalla editrice Ares un suo volume, “Omosessualità e speranza”.

Professor van den Aardweg, lo studio del John Jay College offre spunti interessanti per comprendere il problema degli abusi sui minori da parte dei preti. In particolare mostra come la maggior parte degli abusi non hanno niente a che vedere con la pedofilia.

Ci sono due rapporti distinti del John Jay College (JJR), Il primo rapporto (JJR 1), del 2004, presenta statistiche sulle accuse di molestie a minori attribuite a sacerdoti e diaconi tra il 1950 e il 2002. Il secondo rapporto (JJR 2), del 2011 era mirato ad analizzare la personalità dei presunti molestatori e le circostanze esterne che potrebbero averne favorito la condotta, prendendo in esame il periodo dagli anni ’60 fino al 1985, quando le accuse di abusi sono già in diminuzione.

Spesso però si dimentica che tutti i dati contenuti nei JJR sono relativi perché non è mai stato verificato quante di queste accuse si sono poi rivelate vere o false. Se anche un 10% delle accuse fossero state smentite, i risultati della ricerca sarebbero tutti da rivedere.

Le statistiche sulla pedofilia erano già presenti nel primo rapporto, ma gli estensori non spesero troppe parole per dire che il principale problema non era la pedofilia. Nel secondo rapporto questa conclusione viene detta in modo molto più chiaro. Allo stesso tempo però sarebbe esagerato anche dire, al contrario, che la pedofilia non c’entra nulla con le accuse di molestie. Pedofilia significa contatti sessuali di adulti con bambini prima della pubertà, che in generale si assume arrivi attorno agli 11 anni.

Quali sono i dati principali contenuti nel JJR 1 riguardo al comportamento pedofilo dei preti?

Il 12% di tutti i casi tra il 1950 e il 2002 coinvolgeva bambini minori di 11 anni, cosa che viene quindi classificata come pedofilia omosessuale; il 6,6% dei casi riguardava invece le bambine sotto gli 11 anni, quindi pedofilia eterosessuale. Vale a dire che in meno del 20% dei casi totali si trattava di pedofilia. Certo, se consideriamo che ci sono una percentuale di ragazzi fra gli 11 e i 14 anni che non hanno ancora raggiunto la pubertà, possiamo ipotizzare che anche una parte di questi casi sia da classificare come pedofilia, in ogni caso non si supererebbe il 30% dei casi totali. Ma questo è un calcolo teorico, e comunque anche in questo caso il principale problema non è la pedofilia.

Inoltre parliamo di “casi” di pedofilia, non di percentuali di preti pedofili. Infatti nel JJR 1 troviamo che il 3% dei preti accusati erano responsabili del 26% di tutti i casi denunciati tra il 1950 e il 2002. Curiosamente il rapporto non dice l’età e il sesso dei minori molestati da questo 3%. Ma anche se una parte di questi preti fosse pedofila, la percentuale dei preti pedofili tra quelli accusati di molestie è certamente molto al di sotto del 26%.

Per questo il JJR 2 ha dovuto ribadire che è sbagliato definire pedofili tutti i preti accusati di abuso dei minori. Se poi siano il 5 o il 10% o cos’altro, nessuno può dirlo, i due rapporti non lo hanno chiarito.

Ma se il problema principale non è la pedofilia, qual è allora il problema nella sessualità della maggioranza dei preti coinvolti?

L’82% di tutte le presunte molestie consumate tra il 1950 e il 2002 aveva come vittime dei maschi: il 12% sotto gli 11 anni, come abbiamo visto, il restante 70% tra gli 11 e i 17 anni. Il che vuol dire che la grande maggioranza dei casi ha a che fare con l’«ordinaria» omosessualità. In generale i pedofili non si rivolgono a bambini dello stesso sesso, e certamente neanche gli eterosessuali. Inoltre, è innegabile che una rilevante parte di uomini con orientamento omosessuale sia attratta dagli adolescenti e preadolescenti. Secondo una ricerca, circa il 20% dei maschi omosessuali attivi preferisce adolescenti e preadolescenti, un altro 20% preferisce ragazzi nella tarda adolescenza e giovani adulti. Quindi circa il 40% di maschi omosessuali ha un’attrazione per gli adolescenti, che viene chiamata efebofilia.

Una buona notizia è che dagli anni ’80 il numero di casi denunciati di molestie ha iniziato a diminuire, il che sembra coincidere con le misure preventive prese nel 1981 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, allora guidata dal cardinale Ratzinger.

Sì, questo documento vaticano può avere aiutato, soprattutto se lo vediamo come parte di sforzi congiunti durante il pontificato di Giovanni Paolo II per mettere mano alla confusione morale e dottrinale causata dal dissenso nella Chiesa del post-Concilio, che senza dubbio è stato uno dei fattori più importanti nell’abbassare la resistenza di molti preti ai propri impulsi sessuali, omo o eterosessuali che fossero. Ma sicuramente ci sono stati altri fattori a giocare un ruolo in questa diminuzione di casi. Ad esempio, in alcuni paesi a causa dell’abbandono di tanti preti e religiosi, molte scuole e istituzioni educative hanno dovuto chiudere. La frequenza in chiesa dei ragazzi è diminuita drasticamente: in altre parole sono venuti meno quei luoghi dove alcuni preti con problemi potevano avvicinare i ragazzi.

Non dobbiamo però credere che sia calato allo stesso modo il comportamento omosessuale dei preti. Una visione più liberal riguardo al comportamento omosessuale era già penetrata in profondità nella Chiesa. E contemporaneamente molti giovani con orientamento omosessuale erano entrati nei seminari e diventati sacerdoti. Inoltre l'età dei partner sessuali di seminaristi e preti omosessuali si sposta in avanti man mano che il comportamento omosessuale viene sempre più apertamente tollerato e normalizzato.

Eppure il JJR 2 non tira le conclusioni. Anzi, sposta l’attenzione su una rigida educazione moralistica ricevuta in famiglia come causa di comportamenti scorretti, e comunque non rileva alcuna differenza sostanziale tra i preti accusati di abusi e gli altri sacerdoti. Come mai queste conclusioni, peraltro non suffragate da nessun dato oggettivo?

Sicuramente questa è una parte molto debole del rapporto, io credo per due motivi essenzialmente: il primo è che i ricercatori del John Jay College sono incompetenti quanto a investigazioni “psicologiche”. Secondo motivo, sicuramente più importante, è il tentativo di coprire l’evidente “impronta” omosessuale in tutta la faccenda: questo è un tabù che deve essere protetto. Per questo si è evitato di cercare e presentare i dati come una seria ricerca, non viziata da pregiudizi, dovrebbe fare: dividendo tutti i casi in categorie molto ben individuate: quelli che hanno abusato di maschi minori di 11 anni, quelli che hanno abusato di femmine sotto gli 11 anni, quelli che hanno abusato di maschi tra gli 11 e i 13 anni, le femmine della stessa età, e così via. In questo modo la verità emergerebbe con chiarezza.

Quindi le conclusioni del JJR 2 sono fuorvianti…

Lo sono perché cercano di nascondere la realtà, accreditando una delle parole d’ordine del movimento gay: gli omosessuali non hanno una maggiore inclinazione alle molestie rispetto agli eterosessuali. Così si arriva a fare contorsioni linguistiche per non dire ciò che appare evidente. Ad esempio il JJR 2 rifiuta con sdegno “la diffusa speculazione… che l’identità omosessuale è legata agli abusi… soprattutto a causa dell’alto numero di vittime di sesso maschile”. Speculazione? Quasi l’85% delle vittime sono adolescenti maschi e loro pensano di poter liquidare tranquillamente il fattore omosessuale? Questa è cecità voluta. Nessuno che abbia familiarità con il problema delle molestie subite da parte di insegnanti, in istituti, nelle famiglie adottive e così via, può dubitare delle motivazioni omosessuali che sono all’origine della maggioranza dei casi. Piuttosto è la conclusione del JJR 2 secondo cui i preti che abusano di minori non sono distinguibili dagli altri preti a essere pura fantasia. Questo vorrebbe dire che ci sarebbe stato qualche migliaio di normali preti eterosessuali che hanno cercato gratificazione sessuale con ragazzi invece che con ragazze. E’ una cosa priva di senso, chi può darvi credito?


quarta-feira, 15 de dezembro de 2010

‘Married’ homosexual molested dozens at Dutch day care centers, say police


by Matthew Cullinan Hoffman

BRUSSELS, December 14, 2010 (LifeSiteNews.com) - A homosexual daycare worker has been accused of molesting dozens of children in his charge. He and his male “spouse” are also accused of possession of child pornography generated from the abuse, which was reportedly distributed internationally through internet pedophile networks.

“Robert M.,” as he is identified by police, is a 27-year-old Lithuanian who reportedly moved to the Netherlands in 2004 and “married” his homosexual partner, a Dutch citizen, in 2008, receiving his own Dutch citizenship as a result.

He worked in at least two Dutch daycare centers from 2007 to 2010, and offered his services privately over the internet, claiming he was a “trained and experienced” babysitter. Police say they are continuing to investigate M’s contacts with children, which also extended to a stint as a volunteer in an African orphanage. The estimated tally of victims currently stands at 53.

Also under arrest is M’s homosexual “husband,” 37-year-old “Richard Van O,” who was reportedly found with child pornography in his possession. The couple was reportedly in the process of adopting a child


terça-feira, 23 de março de 2010

Enérgica respuesta a campaña mediática que "escupe" al Papa y a sacerdotes


ROMA, 23 Mar. 10 / 06:05 am (ACI)

El P. Aldo Trento es un sacerdote misionero italiano que sirve en Paraguay desde hace varios años. De paso por su país natal escribió una carta al diario liberal Il Foglio, dirigido por el agnóstico Giuliano Ferrra, en la que rechaza la campaña mediática de quienes "escupen" al Papa Benedicto XVI y a los sacerdotes
"usando la diabólica arma de la pedofilia".

El misionero comenta que "este argumento parece interesarle más a algunos periodistas y a sus fantasías y alucinaciones que al público: porque me he encontrado a miles de personas, sobre todo jóvenes, y ninguno me ha hecho una pregunta sobre este asunto. Lo que significa que si bien existe este flagelo en el mundo y ha afectado también a la Iglesia, recibiendo la dura, clara y fuerte condena del Santo Padre, aún estamos lejos de aquel fenómeno de masa, como si todos los sacerdotes fuesen pedófilos, como quieren hacernos creer".

"Son 40 años que soy sacerdote, he estado en diversas partes del mundo, he vivido en orfanatos, escuelas, internados para niños y nunca he visto a un colega culpable de este delito. No solo eso, sino que he vivido con sacerdotes y religiosos que han dado la vida para que estos pequeños también la tengan".

Tras relatar algo de su intensa vida de servicio en medio de "prostitutas, homosexuales, travestis, enfermos de SIDA, recogidos en las calles, en la inmundicia", el sacerdote critica duramente a quienes "escupen" contra la Iglesia.

"Me hace sufrir este escupir en el plato en el que, Dios mediante, incluso algunos morbosos periodistas, se encontrarán mañana comiendo, porque si uno se equivoca no quiere decir que la Iglesia sea así. Esta Iglesia es el respiro del mundo", señala.

Seguidamente cuestiona a los periodistas que atacan a los sacerdotes y al Papa: "¿No se preguntan qué cosa sería de este mundo sin este puerto de esperanza segura para todo hombre, incluidos ustedes que en estos días como cuervos feroces se divierten sádicamente escupiendo sobre su Castro Rostro? Vengan al tercer mundo para entender qué cosa quiere decir que miles de sacerdotes y hermanas mueren dando su vida por los niños".

Seguidamente les recuerda que a la hora de su muerte, "esta Iglesia, esta madre sobre la que han aprendido a escupir, los acogerá, los abrazara, los perdonará. Esta madre, que desde hace 2000 años es escupida, ofendida y acusada, desde hace 2000 años les dice a todos los que lo piden: ‘yo te absuelvo de tus pecados, en el nombre del Padre, del Hijo y del Espíritu Santo’".

"No perdamos el tiempo ante los delirios de algunos periodistas que usan ciertos execrables casos de pedofilia para atacar el Acontecimiento cristiano, para poner en discusión la perla del celibato, y miremos a los miles de personas, jóvenes en particular, que buscan, creen y preguntan a la Iglesia el porqué, el sentido último de la vida y que ven en Ella la única respuesta".

El P. Trento expresa luego su preocupación por la "ausencia de santidad en nosotros sacerdotes que otras cosas por graves y dolorosas que sean. Me preocupa más una Iglesia que se avergüenza de Cristo, en vez de predicarlo desde los techos. Me preocupa no encontrar sacerdotes en los confesionarios por lo que el pecador que vive en el tormento de su pecado no encuentra un confesor que lo absuelva".

"A las acusaciones infames de estos últimos días –continúa el sacerdote– urge responder con la santidad de nuestra vida y con una consigna total a Cristo y a los hombres necesitados, como nunca, de certeza y esperanza".

A la pedofilia, prosigue "se debe responder como el Papa nos enseña. Pero solo anunciando a Cristo se sale de este horrible escenario porque solo Cristo salva totalmente al hombre. Pero si Cristo ya no es más el corazón de la vida, entonces cualquier perversión es posible. La única defensa que tenemos son nuestros ojos enamorados de Cristo".

Finalmente el P. Trento reconoce que "el dolor es grandísimo, pero la seguridad granítica: ‘Yo he vencido al mundo’ (de Cristo) es infinitamente superior".

segunda-feira, 22 de março de 2010

Delírios Alucinantes


1. Todo aquele amontoado de gente e de instituições, de governos e legisladores, que há décadas reivindicava a pedofilia e a pederastia como iniciações saudáveis e recomendáveis, e que contribuíram ao longo dos anos para baixar a idade do consentimento nas legislações, no que diz respeito às “relações” sexuais, e que persistem em poluir e derrancar a infância e a juventude através da introdução da “educação” sexual nas escolas, da imoralidade impudica e obscena na comunicação social, em particular nas televisões, da pornografia na Internet e da sua venda pública em tudo quanto é quiosque, é essa mesma turba que agora se levanta com ar acusador e de punho ameaçador invectivando e lapidando o Santo Padre e a Igreja, por alguns dos seus membros terem praticado aquilo que eles mesmos insistentemente aconselharam, contra a doutrina da mesma Igreja, baluarte da verdade.

A mesma malta que fornica, comete adultério, sodomiza inumeráveis jovens, se divorcia, deixando traumas permanentes na progenitura, é polígama em série, copula com animais, mata a seus filhos com a “contracepção” química, hormonal e mecânica, os esventra e decapita com o aborto cirúrgico, é essa mesma súcia que se amanta com uma toga, franze o sobrolho, pigarreia, bate com o martelo e profere a sentença: a Igreja é uma sentina, o Clero um esgoto nauseabundo e o Papa um promotor de imundícies tenebrosas. Salvemos a humanidade exterminando a besta infame!


Estes cegos e guias de cegos não vê que se ainda se indigna, apesar da falta de autoridade, é porque ainda lhe restam resquícios da salubridade que Deus infunde no mundo através da Sua Igreja.

2. Esta gente que ganha rios de dinheiro com a indústria da promiscuidade conclama com uma insistência singular, para não dizer pantalifúsia, que a medicina para os males que afligem a Igreja consiste na abolição do celibato e da virgindade consagrada. Como é que a continência e a castidade Religiosa e Sacerdotal podem constituir abusos sexuais é uma coisa que nem eles nem ninguém consegue explicar. Como é que a abstinência sexual é um abuso sexual!?

Acresce que em confissões religiosas cujo clero é casado os abusos sexuais de menores, pedofilia e pederastia, são mais numerosos do que no Clero Católico. Isto, claro está, para não falar daquelas religiões onde o abuso de menores não só não é condenado com é incentivado. Disso não falam, pois receiam que alguma bomba lhes rebente à porta. Mas a Igreja Católica que tem mártires que o foram por se recusarem a essas práticas com tiranos dessas religiões, tem autoridade para o denunciar.

O problema não está no celibato mas sim na infidelidade e no dissentimento doutrinal em relação à Verdade moral que a Igreja anuncia que contaminou muitos Prelados ou Pastores e formadores nos Seminários e nos conventos, isto é, numa traição à Igreja e à Fé que professam. [1]

3. Não podemos, porém, deixar de reconhecer que estas insurreições mais ou menos gerais nos são favoráveis, embora a contra-gosto dos amotinados, uma vez que “ Deus concorre em tudo para o bem daqueles que O amam”. É tempo de purificação e de reformação; é tempo de conversão e de pôr na ordem os piores inimigos da Igreja, que são aqueles que a minam a partir de dentro. Cantemos pois aleluias e hossanas a Nosso Senhor Jesus Cristo que nos proporciona, através do Santo Padre e daqueles que lhe são fiéis, esta oportunidade de com Justiça e Misericórdia desempanar a Beleza da Sua Esposa Santa e Imaculada, cujos membros se prostituem pelo pecado.


Nuno Serras Pereira

22. 03. 2010


[1] Talvez tenha algum interesse recordar um texto, enviado para a minha lista de endereços de correio electrónico, que escrevi há oito anos e que a Agência Ecclesia se recusou a publicar (este escrito é uma síntese de um outro mais extenso que fiz chegar a


Homossexuais Activos na Vida Religiosa


Nuno Serras Pereira

17. 10. 2002

Muito se tem falado nestes últimos meses dos escândalos provocados por abusos sexuais da parte de alguns sacerdotes, felizmente uma pequena minoria, nos EUA. A acusação, como já dissemos noutro lugar, passa ao lado da questão central porque denomina de pedofilia casos que o não são - de facto, 90 por cento das vítimas são jovens do sexo masculino, com 16/17 anos -, sendo certo, no entanto, que, percentualmente, o número de pedófilos é nos homossexuais activos três a cinco vezes superior ao dos heterossexuais; e, também, porque a generalidade da comunicação social somente apontou o dedo a uma categoria de casos reputados abusivos, isto é, de situações em que não houve consentimento de uma das partes ou em que esta é considerada incapaz de o conceder; no caso em apreço o menor de idade é, evidentemente, julgado incapaz de verdadeira anuência (assim também os casos esporádicos sucedidos com deficientes mentais).

O problema da homossexualidade activa é também, por várias razões, muito grave quando atinge a vida Religiosa Consagrada. E, por isso, nos EUA, a procura de resolução daquele não passa somente pelo clero diocesano, mas também pelos membros de Ordens e Congregações Religiosas.

Tendo em consideração o que se pôde colher, ao longo destes meses, consideremos, ainda que brevemente, alguns tópicos que nos ajudem a tomar consciência da gravidade da questão. Geralmente falando parece que o quadro é o seguinte:

1 – O facto de a vida Religiosa exigir, por sua própria natureza, uma convivência intensa entre os seus membros proporciona uma ocasião de tentação e um ambiente favorável ao incremento das fragilidades do homossexual activo.

a) Este ao apaixonar-se facilmente pelos seus confrades, ou tão-somente porque experimenta a compulsão de desafogar as suas paixões desordenadas, torna-se um assediador e um sedutor. Daqui derivam parcialidades, ciúmes, possessividades, divisões, intrigas, discórdias, vinganças, calúnias, mentiras, etc.

b) Por vezes o cerco insistente tem como finalidade fazer cair o outro – um superior, um formador, alguém que está perto de ascender a cargos, etc. -, para o poder calar, chantagear e manipular.

c) Outras vezes o homossexual activo acha-se um apóstolo do evangelho do prazer, o verdadeiro evangelho que “a Igreja repressora persegue cruelmente”; chega a defender, em círculos fechados, que o próprio Cristo era homossexual e que a perseguição (todo aquele que deles discorda é um perseguidor homofóbico) a que, segundo eles, estão sujeitos é uma verdadeira crucifixão.

d) Com frequência invocam a terapia para justificarem diante de si mesmos e dos outros o assédio a que submetem terceiros. A “partilha de sentimentos com o corpo” teria uma função curativa e libertadora.

e) Os jovens constituem o alvo preferencial da sua predação. Por isso:

i) Procuram infiltrar-se na Pastoral juvenil e nos colégios para os assediar, e na Pastoral vocacional para recrutar os que lhes são semelhantes ou podem vir a sê-lo;

ii) Infiltram-se na formação para efeitos semelhantes ao que fica dito.


2 - Habilidosos, astutos e sonsos desabafam fazendo-se de vítimas, incompreendidos, discriminados e odiados por toda a gente, para ganhar simpatias, aliados e defensores. Mas entre eles e perante alguns de fora gabam-se das suas proezas e conquistas, que se contam pelas centenas ou mesmo milhares.


3 – Formam uma rede. Têm, entre eles, um código de “honra” e um pacto de silêncio, semelhante ao das sociedades secretas. Espiolham a vida alheia e trocam informações. Qualquer pecado de qualquer confrade, em qualquer fase da vida, é ou pode ser usado para o chantagear, para o ter atrelado, para alcançarem os seus objectivos.


4 – Conseguem que um considerável número de superiores façam desaparecer as provas que contra eles existem.


5 – Ascendem a cargos de responsabilidade em Seminários chegando a reitores, na formação chegando a Mestres, como superiores de conventos e mosteiros, e nos governos das Províncias. Com estes sinais que os formandos vão recebendo ao longo dos anos que se pode esperar deles no futuro?


7 – Uma vez que, segundo eles, o seu “estilo de vida” não só não tem mal nenhum, senão que é um bem - embora incompreendido pelos “homofóbicos”-, não se vê que problema haja em organizarem actividades apostólicas e missionárias que mascarem “encontros amorosos” e “caçadas” aos efebos.


8 – Padecendo de um forte complexo de inferioridade tornam-se exibicionistas, com uma excessiva preocupação pela imagem e pela publicitação de tudo o que fazem. Não suportam quem lhes faça sombra, são autoritários, possessivos, egoístas e egocêntricos, controladores, difamadores, sempre carentes de elogios, louvores e lisonjas.


9 – Alguns destes homossexuais activos são infiltrações do movimento “gay” na Igreja com a finalidade de a minar por dentro e vir a controlá-la, mas outros, que entraram para a vida Consagrada entusiasmados, castos e puros, cheios de ideal e de esperança, em busca de uma santidade verdadeira, foram pervertidos - no preciso lugar onde procuraram refúgio foram assaltados e devorados -, e, depois, apanhados pela tenebrosa ideologia “gay”. (Para uma compreensão das raízes e da perigosidade desta ideologia vide Scott Lively and Kevin Abrams, The Pink Swastika, Homosexuality in the Nazi Party, Veritas Aeterna Press, Fourth Edition Published January, 2002, 382 pp.).


10 – Alguns deles seropositivos nem por isso desistem das suas aventuras e, por isso, contagiam muitos com a sua doença fatal. Esta é uma das razões, juntamente com outras, entre as quais os ciúmes que provocam pela infidelidade constante, porque podem ser responsáveis por crimes de homicídio e ver as suas vidas ameaçadas de morte. Chegando mesmo alguns a ser assassinados.


11 – De entre aqueles que têm responsabilidades importantes nas Ordens e Congregações Religiosas são poucos, ainda, os que já se aperceberam da dimensão real do problema e que este, actualmente, não tem paralelo com os casos esporádicos que sempre, mais ou menos, terão existido.


12 – A generalidade dos religiosos viverá ingenuamente ignorante desta situação bem grave. De entre aqueles que a conhecem a maioria sente-se seriamente incomodada. Felizmente tem vindo a aumentar significativamente o número daqueles que se vão apercebendo da realidade e que compreendem que têm o dever grave de se empenhar para que as coisas não continuem assim. Nesse intuito de mudança são movidos por um triplo amor que brota do amor a Deus, a Cristo e à Sua Igreja, a saber:


i) Amor aos inocentes que têm absolutamente de ser protegidos. Nalgumas Províncias Religiosas gravemente corrompidas, alguns consagrados, positivamente, enxotam os candidatos que aspiram a nelas entrar, encaminhando-os para outras bem mais sãs. E fazem-no por que receiam que sejam pervertidos, quer doutrinalmente, quer sexualmente. No entanto, como nem todos passam pelas suas mãos, não são poucos os que entram e vêm a ser vítimas. Destes uns saem escandalizados, outros ficam, mas traumatizados, outros, ainda, são pervertidos, raros são os que permanecem incólumes. Mas aqueles religiosos consagrados vivem na esperança de que os tempos mudem e, assim, possam alegre e efusivamente acolher todos os que se sentem atraídos por uma verdadeira vocação. E se nos candidatos houver alguma vulnerabilidade, possam eles encontrar um ambiente que os ajude a superá-la e não a dilatá-la.


Importa, ainda, ad extra proteger as crianças e os jovens que se deixam enredar pela ascendência que um religioso, sacerdote ou não, exerce sobre eles.


ii) Amor às pessoas que praticam actos homossexuais. Estas são umas desgraçadas que desgraçam a vida de tantas outras. Infelizes, profundamente complexadas, compulsivas, escravizadas, inquietas, dúplices, ciumentas, vingativas, cobiçosas, com uma carência imensa de amor e afecto (que tanto mais cresce e se torna insaciável quanto mais são activos nas suas práticas), cercadas pelo medo, forjadas pela mentira, em contradição permanente com o seu verdadeiro Eu e com a vocação que abraçaram... - as suas vidas são um inferno. Sofrem horrores porque procuram a felicidade pelo exacto caminho que dela afasta. Mas não tem que ser assim, a sua condição não é uma inevitabilidade, existe tratamento, é possível a libertação. Podem vir a ser santos: “Onde abundou o pecado, superabundou a graça de Deus” (S. Paulo). Ponto é que assumam as suas responsabilidades e se disponham, na medida do possível, a reparar o mal feito.


O pérfido mito de que a homossexualidade não é uma doença, mas uma identidade, é um dos principais responsáveis da situação actual. Por isso um dos primeiros passos a dar consiste em ajudar esta gente a compreender que a sua identidade não é a homossexualidade. Esta, aliás, não é nenhuma orientação, mas sim uma desorientação sexual que distorce e deforma (ou inclina a, porque pode e deve ser resistida) o Eu verdadeiro – a atracção e a compulsão homossexual são sintomas de “disfunções” psíquicas e espirituais que precisam de ser tratadas. Eles são pessoas, criadas por Deus à Sua imagem e semelhança e feitos Seus filhos pelo Baptismo. Importa, pois, ajudá-los a reconhecerem a sua dignidade.


Outro mito, desmentido, também, categoricamente pelos factos e pela experiência é o que afirma a incurabilidade desta doença. A literatura que o desmente é muito abundante. Mas para quem não disponha de tempo para um estudo aturado, aqui se deixam algumas sugestões:

- John F. Harvey O.S.F.S., The Truth About Homosexuality, The cry of the faithful, (Introduction

by Benedict J. Groeschel, C.F.R.), Ignatius Press - S. Francisco, 1996, 377 pp.

- John F. Harvey O.S.F.S., The Homosexual Person, New thinking in pastoral care, Ignatius Press - S. Francisco, 1987, 255 pp.

- Gerard J. M. Van Den Aardweg, Ph.D., The Battle for Normality, A guide for (self-) therapy for homosexuality, Ignatius Press - S. Francisco, 1997, 157 pp.

- Catholic Medical Association (USA) – Task Force, An Open Letter to the Bishops, May 29, 2002. - http://www.cathmed.org/index.html

- Catholic Medical Association, Homosexuality and Hope, statement of the catholic medical association - http://www.cathmed.org/index.html

- The Courage Apostolate - http://couragerc.net/

Se, porventura, não se dispuserem a uma terapia séria têm, então, que tirar daí as devidas consequências, uma vez que o seu “estilo de vida” é totalmente incompatível com a vida Religiosa.


iii) Amor às próprias Ordens e Congregações Religiosas. Estas existem para serem escolas de santidade onde se possa aprender a melhor conhecer, amar e servir a Deus, trabalhando para Sua maior glória e para o maior bem de todos os homens. Não existem para si mesmas, mas para Cristo, para serem “lugares” que conduzam os seus membros a Ele, a fim de que conformem as suas vontades com a Sua vontade e configurem as suas vidas com a Sua. Estas obras de Deus (as Ordens e Congregações) não existem para que os que a elas pertencem se esgotem narcisicamente em planos, técnicas, projectos, dinâmicas, burocracias, organizações, obras “grandiosas” que mascaram o profundo vazio interior e servem de troféu para aqueles cuja preocupação obsessiva parece ser a procura obstinada da própria glória. Existem sim para a aprendizagem e cultivo da amizade com Cristo, da vivência na Sua graça, e, por Ele, com Ele e n’Ele, da amizade recíproca e universal. (Para um entendimento adequado da visão cristã e teológica da amizade vide Duarte da Cunha, A Amizade segundo S. Tomás de Aquino, Principia, 2000, 454 pp.) De outro modo, não servem para nada, a não ser para o esgoto e para serem espezinhadas pela comunicação social. Alinhar com ou ficar indiferente à bandalheira denota um profundo desprezo, uma intensa aversão, ultimamente um ódio, às Ordens e Congregações a que se pertence.

sábado, 20 de março de 2010

Abusos sexuais de menores



1. Ninguém ignorará que o abuso sexual de menores e a pedofilia são, percentualmente, mais frequentes entre outras confissões religiosas, profissões que lidam com crianças e mesmo na família, principalmente quando não é a original, do que no clero católico. Por isso, toda a gente perceberá, se estiver de boa-fé que este clamor da comunicação social à volta de casos acontecidos há décadas não é inocente e tem o mesmo propósito, recorrendo às mesmas tácticas, que os regimes nazis e comunistas, a saber, descredibilizar a Igreja Católica, por ser ela o único baluarte, no mundo contemporâneo, que se opões com todo o vigor e determinação à degradação moral de cada pessoa humana, promovida pelos grandes poderes económicos, políticos, comunicacionais, etc.

2. Dito isto, é, no entanto, imprescindível afirmar sem titubeações que é totalmente inaceitável que qualquer consagrado perverta sacrilegamente a inocência de qualquer criança, adolescente ou jovem. E que é de uma gravidade extrema que quem tem responsabilidades na Igreja, os Prelados, não tomem prontamente as medidas necessárias para que a agressão sexual não se repita.

a) A selecção dos candidatos ao Sacerdócio e à vida Religiosa tem que ser exigente, valendo mais correr o risco de rejeitar Ordenar Sacerdotes ou Diáconos homens dignos do que Ordenar mesmo que seja um só indigno. Isto é, em caso de dúvida não se deve conceder o Sacramento. Esta é a recomendação que se encontra quer na Tradição da Igreja quer no seu Magistério. Mais vale ter poucos Sacerdotes virtuosos do que muitos corrompidos.

b) Apesar de uma selecção rigorosa, como já o disse em escrito anterior, existe sempre a possibilidade de pessoas malignas, agudamente astutas e de grande hipocrisia enganarem os formadores e Prelados. Acresce que um varão de virtude comprovada pode degradar-se, vindo a trair a sua vocação – trata-se do mistério da liberdade humana e da influência do Maligno. Esta é seguramente uma das razões porque a Igreja não canoniza ninguém enquanto está vivo. Só quem persevera até ao fim poderá ver reconhecida e proclamada a sua Santidade.

c) O Prelado na sua acção tem em primeiro lugar que proteger e amparar as vítimas do abuso, procurando na medida do possível reparar o mal causado. Em segundo lugar, terá que socorrer espiritualmente o desgraçado que perpetrou o crime e o pecado. Esse auxílio, para ser verdadeiro, inclui a justiça, que deve actuar, quer canónica quer civilmente. O acolhimento das penas por parte do pecador e criminoso servir-lhe-ão de expiação e de penitência pelo mal cometido.

3. Se alguém cuida que este é um problema ignorado ou desleixado pela Igreja ao longo dos séculos e na sua Tradição está redondamente enganado. O que aconteceu, em alguns sítios do mundo nestes últimos 50 anos foi uma traição ao Evangelho, à Doutrina, à Tradição e à prática constante da Igreja.

Já S. Basílio, no século IV, tratando deste assunto determinava, para o pervertedor, uma longa pena de prisão, acompanhada, entre outras penitências, de jejum a pão e água e muitas orações, juntamente com acompanhamento espiritual. Passado o tempo de cárcere, regressava à vida comunitária, continuando com mortificações e orações próprias; porém só tinha autorização para sair da sua cela acompanhado por dois Irmãos, que o vigiassem continuamente.

S. Pedro Damião (século XI), Bispo, Cardeal e Doutor da Igreja, exorta com veemência, em coerência com a Tradição, e o Papa aprova, a redução ao estado laical de qualquer Sacerdote que cometa não só um abuso sexual de menor mas, inclusive, que tenha qualquer tipo de, para usar, embora incorrecta, a linguagem corrente, comportamento homossexual.

Os exemplos poderiam multiplicar-se, mas agora tenho que ir ler a Carta que o Papa Bento XVI enviou aos católicos da Irlanda, que já vos enviei mas que ainda não li.


Nuno Serras Pereira

20. 02. 2010

terça-feira, 16 de março de 2010

Gracias al rigor de Benedicto XVI se logra justicia para víctimas de abusos

ROMA, 16 Mar. 10 / 02:14 am (ACI)

Mons. Giuseppe Versaldi, Obispo de Alejandría (Italia) y ordinario emérito de derecho canónico y psicología en la Pontificia Universidad Gregoriana, señaló que gracias al rigor del Papa Benedicto XVI, "diversas conferencias episcopales están dando luces sobre los casos de abuso sexual, colaborando también con las autoridades civiles para lograr justicia para las víctimas".

En un artículo titulado "El rigor de Benedicto XVI contra la suciedad de la Iglesia", Mons. Versadi señaló en un artículo escrito en L’Osservatore Romano que en los casos de abuso sexual cometidos por personas de la Iglesia, "en las que se pone una especial confianza de parte de los fieles y particularmente de los niños, entonces el escándalo se hace más grave y execrable".

El también visitador apostólico a la Legión de Cristo en Italia, Israel, Filipinas y Corea del Sur, dijo además que "la Iglesia no pretende tolerar ninguna incertidumbre en cuanto a la condena del delito y el alejamiento del ministerio de quien resulta ser manchado por tanta infamia, junto a la justa reparación para las víctimas".

Tras precisar que los casos s de abuso sexual se dan más comúnmente fuera de la Iglesia y que cuando los autores han sido sacerdotes, estos ya "no vivían el celibato", el Obispo explica que "la Iglesia Católica –pese a la imagen deformada con la que se le quiere representar– es la institución que ha decidido conducir la batalla más clara contra los abusos sexuales y el daño a menores partiendo desde su interior".

"Y aquí es necesario reconocer a Benedicto XVI que ha emprendido un decisivo impulso para esta lucha, gracias también a su experiencia de más de 20 años como Prefecto de la Congregación para la Doctrina de la Fe. No debe olvidarse que desde ese observatorio el Cardenal Ratzinger ha tenido la posibilidad de seguir los casos de abusos sexuales que eran denunciados y ha favorecido una reforma también legislativa más rigurosa en esa materia".

Ahora, continúa el Prelado, "como supremo pastor de la Iglesia, el Papa mantiene en este campo –pero no solo en éste– un estilo de gobierno que apunta a la purificación de la Iglesia, eliminando la ‘suciedad’ que en ella se anida. Benedicto XVI demuestra, entonces, que es un pastor vigilante sobre su grey, pese a la falseada imagen de algunos que lo reducen a un estudioso dedicado solo a escribir libros y que delegaría a otros el gobierno de la Iglesia".

"Es gracias al mayor rigor del Papa que diversas conferencias episcopales están dando luces sobre los casos de abuso sexual, colaborando también con las autoridades civiles para lograr justicia para las víctimas".

Para el Obispo de Alejandría, es "entonces paradójico representar a la Iglesia como si fuese la responsable de los abusos a menores y tampoco resulta para nada generoso no reconocerle, especialmente a Benedicto XVI, el mérito de una batalla abierta y decisiva sobre los delitos cometidos por sacerdotes".

Además, dice luego el Prelado, "aparece otra paradoja: cuando la Iglesia sabiamente establece normas más severas para prevenir el acceso al sacerdocio de personas inmaduras en el campo sexual, en general es atacada y criticada por los mismos que la sindican como responsable de los abusos a menores".

"La línea rigurosa y clara asumida por la Santa Sede debe entonces ser recibida en la Iglesia –y no solo en ella– para garantizar la verdad, la justicia y la caridad hacia todos", concluye.