In NBQ
Caro direttore,
esiste un limite al ridicolo che non può essere oltrepassato senza urtare il comune senso del pudore e della buona creanza.
Vorrei ricapitolare le ridicolaggini esplose nelle ultime settimane, comprensive di insulti e accuse allarmistiche varie, per cercare di valutare la situazione con un minimo di obiettività.
Molto prima della partenza per le mie brevi vacanze alpine,
molto più scarne di quanto non lo fossero quando con onore
rappresentavo il popolo italiano, mi è parso di capire da una serie di
sevizi televisivi sui canali pubblici della Rai, che era stato
incendiato il liceo Socrate di Roma. Si disse che fosse stato incendiato
perché quel Liceo rappresentava a Roma il simbolo della libertà di
espressione gay tra adolescenti italiani. Nessuna enfasi televisiva, in
nessun telegiornale pubblico, tantomeno nella stampa italiana, sulla
notizia furtiva apparsa on-line sulle agenzie, della scoperta che i
dolosi incendiari fossero in realtà studenti bocciati per demerito
scolastico. Dopo il caso fantastico del soldato Manning, avrei suggerito
loro di dirsi 'gay e lesbiche' e inscenare una protesta per bocciatura
causata da 'omofobia' del corpo docente...
Qualche settimana dopo, con incredibile enfasi,
pari a quella che venne suscitata anni orsono per i medesimi tragici
avvenimenti in Piemonte, viene data la notizia che uno studente si
toglie la vita. La polizia indaga e nel frattempo si scatenano le voci
sulla urgenza della norma illiberale contro la 'omofobia'. Putroppo solo
taluni, pochi e onesti giornalisti, hanno l'ardire di fare sapere al
popolo italico che paga il canone Rai, quanto i genitori e gli
insegnanti dell'alunno non fossero né avessero mai sospettato della
omosessualità del ragazzo. Egli, ormai morto, è oggetto di una insana
speculazione e un incivile uso da parte dei sostenitori della legge in
questione. Risultato: mentre le indagini sono ancora in corso,
sembrerebbe che il suicido, come nei casi ricordati e altrettanto
tragici degli ultimi anni, sia frutto di bullismo o eccessivo
cameratismo tra studenti.
Infine, mi duole dirlo, la strumentalizzazione delle parole del Santo Padre,
un amico come Egli preferisce definirsi, nel viaggio di ritorno dalla
Giornata Mondiale della Gioventù e la 'protesta' reiterata e insistente
contro uno spettacolo messo in scena dalla Azione Cattolica di Bisceglie
su un gay che incontrando Cristo è cambiato. Ovviamente, tutto fa parte
della commedia ridicola già messa in scena in molti altri Paesi
europei, supportata da indagini statistiche della Agenzia dei Diritti
Umani di Vienna sulla cui scientificità mia nonna avrebbe da raccontare
molte storie alle amiche di cortile.
Non ultimo, l'attacco sfrontato nei confronti di Tempi
e del Meeting di Rimini, tutto nella linea di cercare di indurre la
convinzione psicologica negli italiani che la proposta di legge contro
l'omofobia, una vera e propria legge stalinista e hitleriana per dirla
con il grande liberale Ostellino (medesima opinione dei liberali
Giacalone, Veneziani o del politico Brunetta), è urgente e
indispensabile.
Un mio vecchio e sempre giovane amico,
anche in questi pochi giorni di riposo, mi ha suggerito la sempreverde
verità che cioè ci troviamo in un crinale della storia in cui dire il
vero e promuovere l'umana natura è perciò stesso pericoloso reato.
In tutto questo bailamme, io accuso pubblicamente la gran parte dei mass media italiani -
inclusi coloro che per origine del proprio stipendio dovrebbero avere
il pudore della verità e dell'equilibrio - di ignavia e pavidità. Molti
dei politici liberali di codardia per non volersi assumere quella
responsabilità pubblica di denunciare, se passasse questa legislazione
illiberale e contraria ai basilari diritti umani, l'infamia che si sta
perpetrando a danno dei cittadini italiani di questa e della futura
generazione. I miei amici politici cristiani di non voler finalmente
abbandonare il vizio diabolico della superbia e della presunzione, della
vanagloria e del discredito altrui, pur di apparire più ragionevoli o
credibili di altri. Non è il tempo degli orpelli, è il tempo della
battaglia dura, seria e generosa per la difesa della umanità e della
democrazia.
Sono molto amico e mi pregio della reciproca stima di
molti omosessuali in Europa, taluni la pensano esattamente come me e
sono sconcertati dalla lobby gay, altri sono gay e mi contrastano e
rispettano. Forse sarebbe utile spiegare la differenza tra omosessuali e
membri della lobby gay anche ai consiglieri del Santo Padre che a volte
appaiono molto confusi in materia.
Caro direttore,
mi lasci spendere una ultima
parola sulla consapevolezza della Chiesa italiana - mi riferisco alla
consapevolezza sinora dimostrata pubblicamente - della drammatica
situazione che stiamo vivendo in Italia nei confronti della ideologia
totalitaria del Gender, di cui questa leggiucola è un primo e
fondamentale tassello diabolico. Confido che l'Assemblea Permanente
della Cei sappia aggiungere la sua autorevole voce alle tante
associazioni laiche e cattoliche e metta in campo le proprie ragioni in
difesa dell'Italia e del popolo italiano anche in questa circostanza.
Mi sembra che esista una 'pruderie', un senso del 'pudore' eccessivo
nel dire con chiarezza la verità, tra l'altro nota a tutti e così
diffusa nel mondo occidentale: in diverse forme lobbies LGBT e ideologia
totalitarista gender vogliono 'ri-fare', con ogni mezzo, l'umanità e la
società, privare i genitori dei propri diritti-doveri nei confronti dei
figli, limitare l'insopprimibile diritto umano al pensiero, parola,
credo, manifestazione, educazione etc...Perchè ogni ideologia è per sua
natura insaziabile.
Nel difendere l'umano, ho
più volte detto pubblicamente, si difende la base civile e sociale della
democrazia e si evita che essa, come dicevano Washington e Lincoln,
deperisca e decada verso forme di aristocratiche tirannie. Per passione
di libertà, per fede o per promozione del benessere della civiltà, tutte
ragioni vere che indicano perchè non votare in nessun caso, con o senza
emendamenti ambigui e ulteriormente discriminatori, una legge incivile e
barbarica.
Ho sentito dire da Vladimiro Guadagno che descrivere l'omosessualità una malattia
sarebbe reato di omofobia: ovviamente dovrebbe arrestare 3/4 della
popolazione mondiale. Ho ascoltato il ministro Franceschini e il
Segretario del Pd Epifani parlare di questa legge come un necessario
progresso prioritario per il Paese e per il Governo. Non commento le
barzellette, ci rido sopra. Tuttavia valga la semplice considerazione
che per coloro che 'corrono all'indietro progressivamente', anche un
solo individuo che compie un passo nella direzione opposta è un
inciampo.
Visto dai corridori all'indietro, provare per credere, colui che cammina in avanti appare un retrogrado.
In conclusione, 26 parlamentari di centro sinistra hanno chiesto di pubblicare una lettera aperta sul quotidiano cattolico Avvenire:
mi pare che nella risposta del direttore Tarquinio sia chiarissimo che
nessuna modifica toglie le grandi preoccupazioni. Dunque, non ci sono
scuse, si voti contro e sin da ora ci si mobiliti per informare e alzare
il popolo italiano contro una 'priorità' del governo tanto illiberale
quanto contraria a quel minimo senso della realtà che tutti noi
possediamo.
Direttore, la rassicuro sin da ora,
essendo io stesso tra i più pericolosi omofobi e antiabortisti europei,
le invierò qualche riflessione anche dal carcere, sia esso in Italia o
in altri paesi occidentali.
Suo
Luca Volontè