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In data 02 agosto 2013, il sito web vaticaninsider.lastampa.it ha pubblicato un articolo intitolato «Lombardi: “Sulla Messa in latino il Papa non contraddice Ratzinger“», firmato «La Redazione» .
Tale
articolo, dopo le affermazioni di P. Lombardi, che prende la stessa
linea già da noi adottata, contiene affermazioni calunniose contro il
Nostro Fondatore P. Stefano M. Manelli, affermazioni che ci sentiamo in
dovere di respingere. Nel detto articolo ci sono anche informazioni non
vere o imprecise che desideriamo sottolineare.
1)
A proposito del Commissariamento del Nostro Istituto di Frati
Francescani dell’Immacolato, l’anonimo giornalista scrive (neretto
nostro):
«La
decisione di papa Bergoglio – contro la quale sono insorti alcuni
gruppi tradizionalisti e che invece i religiosi hanno subito accettato –
è stata motivata dal fatto che il fondatore e superiore
generale, padre Stefano Manelli, aveva imposto a tutte le comunità dei
francescani dell’Immacolata l’uso esclusivo della forma straordinaria
della liturgia, cioè il rito antico».
La frase da noi sottolineata in neretto non corrisponde affatto al vero.
È nostro dovere rispondere, in scienza e coscienza, che in realtà, P. Stefano non solo non ha mai imposto a tutte le Comunità F.I. l’uso – tanto meno l’uso esclusivo – del Vetus Ordo,
ma non vuole nemmeno che ne diventi l’uso esclusivo, e lui stesso ne ha
dato l’esempio celebrando ovunque secondo l’uno o l’altro Ordo.
È bene sapere che prima, durante e dopo la Visita Apostolica (luglio 2012-luglio 2013), come pure attualmente, l’uso esclusivo o prioritario della maggior parte delle Comunità F.F.I. è il Novus Ordo (S. Messa e Breviario).
P.
Stefano Manelli, in qualità di Ministro Generale, unitamente al suo
Consiglio Generale ha intrapreso legittimamente un’opera di promozione
del Vetus Ordo nel rispetto del Motu Proprio Summorum Pontificum (2007), nel rispetto delle decisioni del Nostro Capitolo Generale del 2008 e nel rispetto dell’Istruzione Universae Ecclesiae (2011).
Con lettera Prot. 77/2011,
datata 21-11-2011, il Nostro Segretario Generale, a nome del Nostro
Consiglio Generale, ha divulgato a tutte le Case Mariane F.F.I., alcune
norme indicative (non-precettive!) circa l’uso del Vetus Ordo e l’armonia tra il Vetus Ordo e il Novus Ordo nelle nostre Comunità e nel Nostro Istituto.
Dopo tale lettera, varie comunità hanno continuato pacificamente a privilegiare il Vetus o il Novus Ordo. Dunque, nessuna imposizione da parte di P. Manelli.
Alcuni frati, però, hanno contestato la suddetta lettera. Perciò, abbiamo interpellato la Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, che con R e s c r i t t o del 14-4-2012, Prot. 39/2011L, riscontravaconformità tra la medesima lettera Prot. 77/2011 e la “mens” del Santo Padre Benedetto XVI, espressa nella suddetta Istruzione Universae Ecclesiae, n° 8a.
2) L’anonimo giornalista di vaticaninsider, nello stesso articolo, scrive anche (neretto nostro):
«Come rito proprio (dunque esclusivo) possono poi adottarlo gli Istituti religiosi e le comunità monastiche che rientrano nella comunione con Roma dopo aver partecipato allo scisma lefebvriano, e per questo sono sottoposti alla giurisdizione della Pontificia Commissione Ecclesia Dei».
Rispondiamo. In realtà, è bene precisare che, nello spirito del Motu Proprio Summorum Pontificum (n° 3) e dell’Istruzione Universae Ecclesiae (n° 8a), il Vetus Ordo come
rito “proprio” (esclusivo, oppure non-esclusivo, dunque, almeno
“prioritario”), può essere adottato anche da Comunità Religiose non
dipendenti dalla Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, e non
provenienti dallo “scisma” lefebvriano. Tuttavia, non è mai stata
intenzione del nostro Fondatore arrivare ad un uso esclusivo.
3) L’anonimo giornalista scrive anche (neretto nostro):
«I francescani dell’Immacolata sono nati invece dopo il Concilio e inoltre un sondaggio tra i frati ha dimostrato che la maggioranza di loro desidera celebrare con il rito ordinario».
Rispondiamo. Il fatto di essere nati dopo il Concilio non vieta a noi F.I. di adottare o privilegiare il Vetus Ordo. Del resto, il Motu Proprio Summorum Pontificum (pubblicato
dopo il Concilio) si rivolge anche agli Istituti di Vita Consacrata
(senza precisare la loro data di nascita) e inoltre, al n° 8a
dell’IstruzioneUniversae Ecclesiae è precisato che il Motu Proprio Summorum Pontificum si propone, anzitutto, l’obiettivo di «offrire a tutti i fedeli la Liturgia Romana nell’Usus Antiquior, considerata tesoro prezioso da conservare». In quel «tutti i fedeli» sono inclusi ovviamente anche i Religiosi.
Se,
parlando di «maggioranza», l’anonimo giornalista si riferisce al dato
citato nell’articolo di Alessandro Speciale del 30-07-2013, «Vaticano, commissariati i Francescani dell’Immacolata»
, ossia: «in un sondaggio condotto durante la visita apostolica la
stragrande maggioranza dei membri dell’ordine si erano detti non
d’accordo con la celebrazione esclusivamente della messa antica,
“soprattutto nella pastorale delle parrocchie in Italia e nelle
missioni”», teniamo a precisare che questo dato – se vero – non
attesterebbe altro che un’unità d’intenzione tra la stragrande
maggioranza e il nostro Fondatore sulla questione dell’esclusività.
In ogni caso, se la «maggioranza» dei frati [Che ci risulti, non c’è stato nessun sondaggio che abbia coinvolto tutti i membri dell’Istituto. Perciò, affermazioni a base di sondaggio sul volere della maggioranza dei frati ci risultano del tutto prive di fondamento] preferisce celebrare secondo il Novus Ordo (S.
Messa e Breviario), questa poteva benissimo continuare a farlo, come ha
fatto finora. Del resto, lo stesso P. Manelli celebra soprattutto il Novus Ordo (S. Messa e Breviario).
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Ferma
restando la nostra obbedienza alle disposizioni della Santa Sede,
tuttavia resta nostro dovere fare chiarezza onde evitare: 1°) calunnie
al nostro Fondatore; 2°) ostacoli al sereno svolgimento del presente
Commissariamento.
Cogliamo l’occasione per precisare anche che l’unico portavoce ufficiale del Nostro Istituto, specialmente in questo caso assai delicato, resta il Nostro Procuratore Generale, P. Alessandro Apollonio.