domingo, 25 de agosto de 2013

Media e politici, complici dei nuovi tiranni - di Luca Volontè

In NBQ

Caro direttore,

esiste un limite al ridicolo che non può essere oltrepassato senza urtare il comune senso del pudore e della buona creanza.

Vorrei ricapitolare le ridicolaggini esplose nelle ultime settimane, comprensive di insulti e accuse allarmistiche varie, per cercare di valutare la situazione con un minimo di obiettività.

Molto prima della partenza per le mie brevi vacanze alpine, molto più scarne di quanto non lo fossero quando con onore rappresentavo il popolo italiano, mi è parso di capire da una serie di sevizi televisivi sui canali pubblici della Rai, che era stato incendiato il liceo Socrate di Roma. Si disse che fosse stato incendiato perché quel Liceo rappresentava a Roma il simbolo della libertà di espressione gay tra adolescenti italiani. Nessuna enfasi televisiva, in nessun telegiornale pubblico, tantomeno nella stampa italiana, sulla notizia furtiva apparsa on-line sulle agenzie, della scoperta che i dolosi incendiari fossero in realtà studenti bocciati per demerito scolastico. Dopo il caso fantastico del soldato Manning, avrei suggerito loro di dirsi 'gay e lesbiche' e inscenare una protesta per bocciatura causata da 'omofobia' del corpo docente...

Qualche settimana dopo, con incredibile enfasi, pari a quella che venne suscitata anni orsono per i medesimi tragici avvenimenti in Piemonte, viene data la notizia che uno studente si toglie la vita. La polizia indaga e nel frattempo si scatenano le voci sulla urgenza della norma illiberale contro la 'omofobia'. Putroppo solo taluni, pochi e onesti giornalisti, hanno l'ardire di fare sapere al popolo italico che paga il canone Rai, quanto i genitori e gli insegnanti dell'alunno non fossero né avessero mai sospettato della omosessualità del ragazzo. Egli, ormai morto, è oggetto di una insana speculazione e un incivile uso da parte dei sostenitori della legge in questione. Risultato: mentre le indagini sono ancora in corso, sembrerebbe che il suicido, come nei casi ricordati e altrettanto tragici degli ultimi anni, sia frutto di bullismo o eccessivo cameratismo tra studenti.

Infine, mi duole dirlo, la strumentalizzazione delle parole del Santo Padre, un amico come Egli preferisce definirsi, nel viaggio di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù e la 'protesta' reiterata e insistente contro uno spettacolo messo in scena dalla Azione Cattolica di Bisceglie su un gay che incontrando Cristo è cambiato. Ovviamente, tutto fa parte della commedia ridicola già messa in scena in molti altri Paesi europei, supportata da indagini statistiche della Agenzia dei Diritti Umani di Vienna sulla cui scientificità mia nonna avrebbe da raccontare molte storie alle amiche di cortile.

Non ultimo, l'attacco sfrontato nei confronti di Tempi e del Meeting di Rimini, tutto nella linea di cercare di indurre la convinzione psicologica negli italiani che la proposta di legge contro l'omofobia, una vera e propria legge stalinista e hitleriana per dirla con il grande liberale Ostellino (medesima opinione dei liberali Giacalone, Veneziani o del politico Brunetta), è urgente e indispensabile.

Un mio vecchio e sempre giovane amico, anche in questi pochi giorni di riposo, mi ha suggerito la sempreverde verità che cioè ci troviamo in un crinale della storia in cui dire il vero e promuovere l'umana natura è perciò stesso pericoloso reato.

In tutto questo bailamme, io accuso pubblicamente la gran parte dei mass media italiani - inclusi coloro che per origine del proprio stipendio dovrebbero avere il pudore della verità e dell'equilibrio - di ignavia e pavidità. Molti dei politici liberali di codardia per non volersi assumere quella responsabilità pubblica di denunciare, se passasse questa legislazione illiberale e contraria ai basilari diritti umani, l'infamia che si sta perpetrando a danno dei cittadini italiani di questa e della futura generazione. I miei amici politici cristiani di non voler finalmente abbandonare il vizio diabolico della superbia e della presunzione, della vanagloria e del discredito altrui, pur di apparire più ragionevoli o credibili di altri. Non è il tempo degli orpelli, è il tempo della battaglia dura, seria e generosa per la difesa della umanità e della democrazia.


Sono molto amico e mi pregio della reciproca stima di molti omosessuali in Europa, taluni la pensano esattamente come me e sono sconcertati dalla lobby gay, altri sono gay e mi contrastano e rispettano. Forse sarebbe utile spiegare la differenza tra omosessuali e membri della lobby gay anche ai consiglieri del Santo Padre che a volte appaiono molto confusi in materia.

Caro direttore,
mi lasci spendere una ultima parola sulla consapevolezza della Chiesa italiana - mi riferisco alla consapevolezza sinora dimostrata pubblicamente - della drammatica situazione che stiamo vivendo in Italia nei confronti della ideologia totalitaria del Gender, di cui questa leggiucola è un primo e fondamentale tassello diabolico. Confido che l'Assemblea Permanente della Cei sappia aggiungere la sua autorevole voce alle tante associazioni laiche e cattoliche e metta in campo le proprie ragioni in difesa dell'Italia e del popolo italiano anche in questa circostanza.

Mi sembra che esista una 'pruderie', un senso del 'pudore' eccessivo nel dire con chiarezza la verità, tra l'altro nota a tutti e così diffusa nel mondo occidentale: in diverse forme lobbies LGBT e ideologia totalitarista gender vogliono 'ri-fare', con ogni mezzo, l'umanità e la società, privare i genitori dei propri diritti-doveri nei confronti dei figli, limitare l'insopprimibile diritto umano al pensiero, parola, credo, manifestazione, educazione etc...Perchè ogni ideologia è per sua natura insaziabile.

Nel difendere l'umano, ho più volte detto pubblicamente, si difende la base civile e sociale della democrazia e si evita che essa, come dicevano Washington e Lincoln, deperisca e decada verso forme di aristocratiche tirannie. Per passione di libertà, per fede o per promozione del benessere della civiltà, tutte ragioni vere che indicano perchè non votare in nessun caso, con o senza emendamenti ambigui e ulteriormente discriminatori, una legge incivile e barbarica.

Ho sentito dire da Vladimiro Guadagno che descrivere l'omosessualità una malattia sarebbe reato di omofobia: ovviamente dovrebbe arrestare 3/4 della popolazione mondiale. Ho ascoltato il ministro Franceschini e il Segretario del Pd Epifani parlare di questa legge come un necessario progresso prioritario per il Paese e per il Governo. Non commento le barzellette, ci rido sopra. Tuttavia valga la semplice considerazione che per coloro che 'corrono all'indietro progressivamente', anche un solo individuo che compie un passo nella direzione opposta è un inciampo.

Visto dai corridori all'indietro, provare per credere, colui che cammina in avanti appare un retrogrado.

In conclusione, 26 parlamentari di centro sinistra hanno chiesto di pubblicare una lettera aperta sul quotidiano cattolico Avvenire: mi pare che nella risposta del direttore Tarquinio sia chiarissimo che nessuna modifica toglie le grandi preoccupazioni. Dunque, non ci sono scuse, si voti contro e sin da ora ci si mobiliti per informare e alzare il popolo italiano contro una 'priorità' del governo tanto illiberale quanto contraria a quel minimo senso della realtà che tutti noi possediamo.

Direttore, la rassicuro sin da ora, essendo io stesso tra i più pericolosi omofobi e antiabortisti europei, le invierò qualche riflessione anche dal carcere, sia esso in Italia o in altri paesi occidentali.
Suo

Luca Volontè