di Antonio Gaspari
ROMA, giovedì, 2 agosto 2012 (ZENIT.org) - Sempre più
spesso compaiono sui media nazionali notizie ed informazioni sulla Cannabis e i
suoi derivati con contenuti spesso imprecisi e fuorvianti soprattutto in
relazione al possibile uso medico di alcuni suoi principi attivi.
Per cercare di fare chiarezza sui danni della cannabis, il DPA, ufficio che
fa capo al Ministero per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione e alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme a 18 presidenti delle più
importanti Società Scientifiche Italiane ha predisposto un documento dal
titolo: "Cannabis
e i suoi derivati: alcuni elementi di chiarezza su danni alla salute, l'uso
medico dei farmaci a base di THC, la coltivazione domestica e l'uso
voluttuario".
Il documento fa riferimento a solidi studi scientifici svolti a carattere
internazionale precisando che la cannabis e i suoi derivati (hashish, olio di
hashish ecc.) sono sostanze stupefacenti da considerare tossiche e pericolose
per l'organismo ed in particolare per le alterazioni che sono in grado di creare
sulle funzioni neuropsichiche, i processi cognitivi, i riflessi la vigilanza e
il coordinamento psicomotorio.
Gli studi effettuati mostrano che i principi attivi della cannabis, sono in
grado di produrre nel tempo alterazioni della memoria, delle funzioni cognitive
superiori quali l'attenzione, compromettendo quindi l'apprendimento e i tempi
di reazione.
Il documento sottolinea che “queste sostanze, tanto più se usate precocemente
e costantemente, sono in grado di compromettere inoltre il fisiologico sviluppo
del cervello negli adolescenti, di dare dipendenza e di aumentare il rischio di
incidenti stradali, lavorativi e di esplicitazione di comportamenti antisociali
e criminali” e ne sconsiglia qualsiasi uso di tipo voluttuario.
In merito alle obiezioni sollevate circa l'uso medico dei farmaci a base di
THC (Tetra Hydro Cannabinolo, uno dei principali ingredienti psicoattivi della
cannabis), tutte le maggiori società scientifiche mediche e farmacologiche
italiane sono state concordi nel definirli farmaci di seconda scelta
escludendo, per altro, la possibilità di qualsiasi autogestione di essi da parte
del paziente.
Esclusa anche la possibilità della coltivazione domestica della pianta di
cannabis in quanto giudicata, oltre che illegale, pericolosa da un punto di
vista medico per l'impossibilità di attuare i necessari controlli sulla qualità
del prodotto, la sua stabilità e soprattutto la quantità assunta e le eventuali
altre finalità, quale la cessione illegale.
In un comunicato diffuso alla stampa il capo del DPA, Giovanni Serpelloni ha
commentato "Mi fa molto piacere che le maggiori società scientifiche si siano
espresse cosi chiaramente su questi temi è un segnale molto positivo che
testimonia un alto senso di responsabilità a cui spero consegua un cambio
culturale anche nella società civile e politica, privilegiando un approccio
scientifico e non ideologico”.
Secondo il capo del DPA bisogna distinguere la droga proveniente dalla
criminalità organizzata e, l'uso medico di alcune sostanze stupefacenti.
“Proprio riguardo al consumo voluttuario ed illegale di cannabis, al suo
utilizzo e agli effetti medici dei farmaci a base di THC, - ha rilevato - spesso
si crea confusione, soprattutto nelle giovani generazioni, creando false
rassicurazioni relativamente alla pericolosità legata all'uso di tali sostanze
stupefacenti facendo diminuire quindi un importante fattore di protezione e cioè
la percezione del rischio”.
Ed è proprio per fornire una informazione puntuale e scientificamente provata
che nel documento sono state inserite una serie di informazioni e
raccomandazioni importanti rivolte alle organizzazioni sanitarie e ai
professionisti a vario titolo coinvolti nella messa a disposizione,
prescrizione, uso e controllo di questi farmaci.
In sostanza le società scientifiche insieme al DPA sconsigliano fortemente,
al pari di tutte le altre sostanze stupefacenti, qualsiasi assunzione per
finalità voluttuarie della cannabis e dei suoi derivati".
Segue l'elenco dei Presidenti e delle Società scientifiche che hanno
condiviso il Documento del DPA:
Eugenio Aguglia
Presidente Società Italiana di Psichiatria - SIP
Pietro Apostoli
Presidente Società Italiana di Medicina del Lavoro e
Igiene Industriale - SIMLII
Paolo Arbarello
Presidente Società Italiana di Medicina Legale e delle
Assicurazioni - SIMLA
Elisabetta Bertol
Presidente Associazione Scientifica Gruppo Tossicologi
Forensi Italiani - GTFI
Amedeo Bianco
Presidente Federazione Nazionale Ordine dei Medici,
Chirurghi e Odontoiatri - FNOMCeO
Giovanni Biggio
Presidente della Società Italiana di
NeuroPsicoFarmacologia - SINPF
Luigi Canonico
Presidente Società italiana di Farmacologia - SIF
Giorgio Carbone
Presidente Società Italiana di Medicina
d'Emergenza-Urgenza - SIMEU
Ivo Casagranda
Presidente Academy of Emergency Medicine and Care -
AcEMC
Enrico Cherubini
Presidente Società Italiana di Neuroscienze - SINS
Annalisa Cogo
Presidente Società Italiana Pneumologia dello Sport - SIP
Sport
Giancarlo Comi (assenso in attesa di conferma formale)
Presidente Società
Italiana di Neurologia - SIN
Claudio Cricelli
Presidente Società Italiana di Medicina Generale -
SIMG
Silvio Garattini
Direttore Istituto di Ricerche Mario Negri - IRMN
Carlo Locatelli
Presidente Società Italiana di Tossicologia - SITOX
Vito Aldo Peduto
Presidente Società Italiana di Anestesia, Analgesia,
Rianimazione e Terapia Intensiva - SIAARTI
Alberto Giovanni Ugazio
Presidente Società Italiana di Pediatria - SIP
Francesco Violi
Presidente Società Italiana di Medicina Interna - SIMI
Per informazioni: