La Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato il
testo base del DDL contro l’omofobia e la transfobia, testo che andrà
all’esame dell’Aula il prossimo 22 luglio. Il termine per gli
emendamenti scade martedì 16 luglio. In previsione di tale importante
passaggio parlamentare, i Giuristi per la Vita - insieme a La Nuova Bussola Quotidiana
- lanciano un appello per fermare questa iniziativa legislativa, che
rischia seriamente di avere gravi ripercussioni sui diritti fondamentali
dell’uomo riconosciuti dalla nostra Costituzione, tra cui il diritto
alla libertà di pensiero (art.21) e alla libertà religiosa (art.19).
Dal punto di vista pratico, infatti, l’approvazione
delle norme contro l’omofobia e la transfobia potrebbe determinare
l’incriminazione, ad esempio, di tutti:
1. coloro che sollecitassero i parlamentari della Repubblica a non introdurre nella legislazione il “matrimonio” gay;
2. coloro che proponessero di escludere la facoltà di adottare un
bambino a coppie omosessuali, atteso che, secondo l’approccio ideologico
appena recepito dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, non ammettere
una coppia gay al matrimonio costituirebbe discriminazione motivata
dall’identità sessuale;
3. coloro che pensassero di organizzare una campagna di opinione per
contrastare l’approvazione di una legge sul “matrimonio” gay;
4. coloro che pubblicamente affermassero che l’omosessualità
rappresenta una «grave depravazione», citando le Sacre Scritture (Gn
19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10.);
5. coloro che pubblicamente dichiarassero che gli atti compiuti dagli
omosessuali «sono intrinsecamente disordinati», in virtù del proprio
credo religioso (Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich.
Persona humana),
6. coloro che pubblicamente sostenessero che gli atti compiuti dagli
omosessuali sono «contrari alla legge naturale», poiché «precludono
all’atto sessuale il dono della vita e non costituiscono il frutto di
una vera complementarietà affettiva e sessuale» (art. 2357 del
Catechismo della Chiesa Cattolica);
Le norme che si intendono approvare rispondono ad
una mera prospettiva ideologica, del tutto inutile sul piano legale,
godendo gli omosessuali degli strumenti giuridici previsti dal codice
penale per i tutti i cittadini, contro qualunque forma di ingiusta
discriminazione, di violenza, di offesa alla propria dignità personale.
La proposta di legge sull’omofobia, pertanto, non merita di entrare nel
nostro ordinamento.
Opporvisi non è una battaglia di retroguardia, tesa a
garantire chissà quale privilegio o quale ingiustificata impunità, ma
significa battersi contro il rischio di una pericolosa violazione della
libertà di espressione del pensiero e del credo religioso, fondamento di
tutte le libertà civili nel quadro costituzionale vigente. La cronaca,
del resto, mostra ampiamente cosa accade nei Paesi europei in cui è già
prevista una legge contro l’omofobia: basti guardare al Regno Unito ed
alla famigerata Section 5 del Public Order Act.
Per questo, i Giuristi per la Vita si appellano ai
parlamentari della Repubblica italiana, e a tutti gli uomini di buona
volontà, affinché venga scongiurato il rischio dell’introduzione di una
simile normativa nel nostro ordinamento giuridico.