quinta-feira, 11 de julho de 2013

Giornata mondiale contro la popolazione - di Tommaso Scandroglio

In NBQ

L'11 luglio cade la Giornata Mondiale per la Popolazione e l’United Nations Population Fund (UNFPA) – l’organismo dell’ONU che da sempre diffonde il verbo abortista e contraccettivo nel mondo -  mette quest’anno il focus sulle gravidanze delle adolescenti. Nel messaggio introduttivo il direttore esecutivo Babatunde Osotimehin scrive: “Senza dubbio le gravidanze mettono in pericolo i diritti, la salute, l’educazione e le potenzialità di quelle adolescenti che sono ancora bambine privandole di un futuro migliore”. Ciò a dire che un bambino che viene al mondo è un ostacolo alla propria realizzazione personale. “Complicanze nella gravidanza o nel parto – continua Osotimehin - sono la causa principale [sic] della morte delle ragazze in questa età, specialmente nei paesi in via di sviluppo. Le gravidanze delle adolescenti non sono solo una questione che attiene alla salute, ma è una questione di sviluppo. Queste ragazze sono radicate nella povertà, nella disuguaglianza di genere, nella violenza, vi sono matrimoni forzati di ragazzine, disequilibrio di potere tra le ragazze adolescenti e i loro pari età maschi, mancanza di educazione e il fallimento dei sistemi sociali e delle istituzioni per tutelare i loro diritti. Porre fine alle gravidanze nelle adolescenti richiede un impegno da parte delle nazioni, delle comunità locali e delle singole persone, tanto nei paesi in via di sviluppo come in quelli già sviluppati al fine di investire nelle ragazze adolescenti”.

Insomma per il direttore dell’UNFPA il male assoluto per le adolescenti sono le gravidanze sia quelle indesiderate che quelle volute, male da sradicare sempre e comunque. Da qui la soluzione: “Agli adolescenti e giovani si deve offrire un’educazione integrale sulla sessualità, appropriata alla loro età, al fine di sviluppare la conoscenza e le capacità che sono necessarie per proteggere la loro salute nell’arco di tutta la vita. Senza dubbio l’educazione e l’informazione non sono sufficienti. I servizi di salute riproduttiva di buona qualità (leggi “aborto e contraccezione”) devono essere facilmente accessibili per gli adolescenti. […] A livello locale le comunità devono offrire le infrastrutture necessarie e adatte ai giovani per l’assistenza alla salute riproduttiva”. A fronte di quanto affermato da Osotimehin forse sarebbe meglio chiamare questa giornata non Giornata Mondiale per la Popolazione, ma Giornata Mondiale contro la Popolazione.

Stessa musica si è ascoltata dal 7 al 10 luglio a Noordwijk, nei Paesi Bassi, dove si è svolta l’ultima Conferenza Internazionale su Popolazione e Sviluppo promossa sempre dall’UNPFA ed anche dal governo dei Paesi Bassi e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. Presenti i rappresentanti di 126 paesi. La Conferenza fa parte del progetto dell’ONU in merito alla verifica e revisione degli obiettivi posti dal Programma d’Azione del Cairo del 1994. Le sessioni plenarie si sono incentrate su questi temi: il genere, la discriminazione in ogni suo ambito, la salute sessuale e riproduttiva, i diritti riproduttivi, la mortalità materna, l’accesso alla pianificazione familiare, l’accesso all’aborto sicuro laddove è legale.

Aborto e contraccezione sono le due parole d’ordine che gli organismi internazionali, le lobby di potere e non pochi governi stanno ripetendo ad alta voce in ogni occasione, opportuna o non opportuna. Ad esempio dal 30 giugno al 3 luglio si è svolta a Kuala Lumpur, in Malesia, la VII International AIDS Society Conference on HIV Pathogenesis Treatment and Prevention. C’erano i rappresentanti del capitalismo mondiale: Bill Gates, Andrew Carnegie, magnate delle ferrovie; il petroliere della Standard Oil John Rockefeller; Henry Ford; John Kellogg, il re dei cereali. Poi Cecile Richards, presidente della Planned Parenthood Federation of America (di cui Gates senior fu uno dei fondatori); l’International Pregnancy Advisory Service; la Global Fund for Women e poi ancora l’immancabile e già citato Babatunde Osotemehin e il bioeticista Peter Singer. Tutti filo abortisti e tutti con diritto di parola.

La conferenza sull’AIDS è stato il paravento dietro cui lanciare nuovi progetti abortisti. Ad esempio negli “eventi collaterali” è stata inserita una tavola rotonda organizzata dalla Post Abortion Care Consortium, la quale è una rete di quattro agenzie abortiste: la Planned Parenthood, la Pathfinder, l’IPA e le Jhpiego, quest’ultima specializzata nel diffondere l’aborto chimico tra i giovani.  Interessante poi una sessione ospitata dall’ International Federation of Gynecology and Obstetrics and Gynuity Health che aveva questo titolo “Misoprostolo e la cura delle emorragia post-partum”. Jill Sheffield fondatrice della Women Deliver - lobby abortista che ha tenuto il suo congresso internazionale sempre a Kuala Lumpur qualche giorno prima - ha affermato che questo farmaco è una delle scoperte “più eccitanti” nel campo della salute riproduttiva. L’OMS ha inserito questo preparato nella lista dei farmaci essenziali, però ha anche ammesso che tale farmaco è sì importante per fermare l’emorragia ma funziona meglio l’ossitocina. L’intento in realtà è quello di usarlo per finalità abortive. E infatti un’altra sessione dal titolo “Aborto sicuro” è stata dedicata ad “Accesso al misoprostolo per l’aborto nelle comunità locali e strategie pratiche di difesa”: la sessione è stata organizzata da Planned Parenthood, Marie Stopes and Population Council. Il direttore di Jhpiego, il dott. Harshad Sanghvi, ha reso noto che la sua agenzia ha formato “operatori analfabeti presso le varie comunità locali” di Africa e Asia per individuare le donne in gravidanza, dare loro il preparato affinchè poi loro stesse – forse durante la stessa gravidanza così da provocare l’aborto – si somministrino il preparato. Gran parte della ricerca su questo preparato è stata finanziata dalla Fondazione Gates.

Sempre a Kuala Lumpur la rappresentante dell’United States Agency for International Development, Judy Manning, ha dichiarato che “agenzie per la salute riproduttiva”, ricercatori, imprese biotech, agenzie di finanziamento pubbliche e private come la Fondazione Gates hanno lavorato dal 2009 sulle nanotecnologie per fornire “vaccini polivalenti” e combinazioni di farmaci per mettere a punto una “suite” di prodotti contraccettivi efficaci per tutto l’arco di una vita della donna. Ha esemplificato parlando di “anelli vaginali” e “ormoni iniettabili a lunga durata”. Il tutto assomiglia ad una campagna per la sterilizzazione di massa tramite “vaccini”. Che la Conferenza sull’AIDS sia solo un pretesto per sdoganare l’aborto nel mondo è stato poi confermato dalla Manning stessa la quale ha affermato che si stanno mettendo a punto vaccini e farmaci per "prevenire contemporaneamente la gravidanza, l’HIV, HSV-2 e l’ HPV che causano il cancro cervicale." Insomma per questi signori la gravidanza è una patologia ed una patologia grave tanto quanto l’AIDS e il cancro.

In un’altra sessione dedicata al tema “Bisogno insoddisfatto di contraccezione” Melinda Gates, moglie di Bill, ha fatto sapere che la Fondazione Gates ha finora raccolto 2,6 miliardi di dollari da destinare a campagne contraccettive. L’obiettivo è arrivare a 6 miliardi entro il 2020 per distribuire 120 milioni di contraccettivi nei paesi poveri. A margine ricordiamo che la Fondazione Gates ha finora raccolto 4 miliardi di dollari per finanziare le attività di organizzazioni abortiste nei paesi in via di sviluppo. La Fondazione sovvenziona soprattutto Planned Parenthood, Care International, Save the Children, Marie Stopes e l’Unpfa. La signora Gates, che da sempre si è dichiarata cattolica, ha poi aggiunto: "Oggi, 200 milioni di donne non hanno i contraccettivi che vogliono”. La smentita è arrivata subito. Infatti un giornalista di una radio e di una emittente televisiva del Camerun ha detto che il suo paese "ha ricevuto una enorme partita di contraccettivi nel 2011 da UNFPA", ma solo "circa il 2 per cento" delle donne effettivamente li usa perché in realtà nessuno li vuole. Altro che “bisogno insoddisfatto”. Al giornalista ha risposto il direttore dell’UNPFA: “noi di UNFPA continueremo a fare del nostro meglio per garantire non solo formazione, ma altresì per incoraggiare i governi, le comunità locali, le organizzazioni della società civile, le chiese e moschee a perseguire questo obiettivo". Gli ha fatto eco Awa Coll-Seck, Ministro della Salute per il Senegal, che ha aggiunto "spetta al governo risolvere realmente questi tipi di problemi” e “incoraggiare le persone a utilizzare la contraccezione e i servizi per abortire. […] Non possiamo avere solo una parte dell'equazione di mercato – ha continuato - ora la questione attiene ad un problema di domanda. Abbiamo bisogno di fare molta campagna informativa, molte attività relative all’istruzione, al coinvolgimento della comunità per garantire che questi prodotti saranno utilizzati". Insomma se la domanda non c’è la si crea, come per qualsiasi altro prodotto da supermercato.